Torta Kosudama Flower

Torta Kosudama Flower

La mia passione per i fiori e la sfida verso materiali e tecniche diverse mi ha portata al fiore Kosudama.

Un nome un po’ bizzarro per noi italiani, quasi di difficile e ostica pronuncia, che mi ha fatto spesso sorridere da sola proprio per questo motivo, lo ammetto.
Il kosudama è un importante origami, probabilmente il precursore degli origami modulari ampiamente diffusi oggi.

La parola KOSUDAMA è la combinazione di due parole giapponesi  “kosu” che significa medicina e “dama” che significa palla. Erano anticamente dei mazzi o fiocchi di erbe, legni profumati e fiori usati principalmente in occasione di festività, per tenere lontani diavoli e malattie. Attualmente hanno perso un po’ l’antico sapore e sono usati semplicemente come sfere ornamentali e decorative.

L’opportunità di provare a creare qualcosa di nuovo,  di diverso rispetto a quello che si poteva trovare nel panorama delle torte italiane nel 2011, mi è stata data da Maison Madeleine quando ha lanciato il contest “Detta il tuo stile al cake decorating italiano” in occasione del The Cake Show, manifestazione legata al mondo della Sugar Art che si è tenuta a Bologna nell’ottobre del 2011.

Si trattava di partecipare ad un concorso dal vivo della durata di una intera giornata durante la quale i partecipanti avrebbero dovuto decorare una torta su dummies in uno stile inedito, mai visto prima.

L’idea di riprodurre i fiori con la tecnica degli origami è stata, per me, una sfida avvincente.

Questo è stato il mio primo tentativo in assoluto di riprodurre un origami di carta con la flower paste. Non facile, certo! Ma la determinazione a raggiungere un obiettivo, tipica del mio carattere, ha avuto la meglio.

Cosi partendo da un semplice quadratino di flower paste sottilissima, piega dopo piega, seguendo la vera tecnica origami, sono riuscita a comporre il primo fiore Kosudama.
Il progetto poteva essere completo anche cosi, ma nel mio atelier mi stava aspettando, dal lontano viaggio fatto in Giappone, una geisha con tanto di carte, modello e istruzioni in giapponese. Fantastico! Seguendo i disegni ed i caratteri giapponesi ho provato a realizzarne una in carta e poi a riprodurla in pasta di zucchero flower paste.
Sono stati necessari tanti tentativi prima di arrivare ad un risultato soddisfacente, ma ne è valsa la pena.
La geisha è risultata un piccolo gioiellino di perfezione. Sobria nelle sue vesti, non nostra mai il viso; è sempre pronta ad ascoltare.

 

Come è finito il concorso?  Beh, confesso con un pizzico di rammarico per la mancata vittoria. Ma la giornata è stata indimenticabile e ricca di emozioni. Ho incontrato e conosciuto persone speciali tra le sfidanti e soprattutto tra il pubblico presente che ha assistito alla sfida per tutta la giornata, tra tutte Laura Gisonna, Laura Cappellini, Manuela e un caro pensiero va a Beatrice Mao.